Governo: il PCP ritiene che il programma sia una “dichiarazione di guerra ai lavoratori”

Il PCP ha presentato oggi al Parlamento una mozione con cui respinge il programma del XXV Governo costituzionale, ritenendo che gli impegni dell'esecutivo "non servono al Paese" e costituiscono una "dichiarazione di guerra ai lavoratori".
Nella mozione presentata oggi all'Assemblea della Repubblica, che sarà votata mercoledì, il Gruppo parlamentare del PCP sostiene che il programma dell'esecutivo guidato da Luís Montenegro persegue politiche di destra che "non servono il popolo e il Paese", ma mirano a difendere gli "interessi del capitale".
Per i comunisti, il governo annunciò una “vera e propria dichiarazione di guerra ai lavoratori con l’intenzione di rivedere la legislazione del lavoro” in linea con “gli interessi dei datori di lavoro, per aumentare i ritmi di lavoro e deregolamentare i loro orari di lavoro e peggiorare così lo sfruttamento”.
«L'intenzione di modificare la legge sullo sciopero è particolarmente grave, perché mira a rendere più difficile per i lavoratori resistere e lottare contro i datori di lavoro che vogliono calpestare i loro diritti e le loro condizioni di vita per appropriarsi di una parte ancora maggiore della ricchezza creata dai lavoratori», accusa il partito.
Parlando ai giornalisti nell'Assemblea della Repubblica, la leader parlamentare del PCP, Paula Santos, ha sottolineato che questa mozione mira a "forzare il voto sul programma" e a "chiarire chi rende realmente praticabili tutte queste opzioni politiche, il che significherà più disuguaglianze, più ingiustizie e (...) il peggioramento delle condizioni di vita nel nostro Paese".
Nella mozione, il PCP afferma anche che il Governo si sta preparando a “modellare ulteriormente lo Stato secondo gli interessi dei gruppi economici” attraverso una “riforma radicale dello Stato, sotto l’egida della modernizzazione, della digitalizzazione e della semplificazione”.
L'esecutivo viene criticato anche per la priorità data al raggiungimento di un investimento del 2% del PIL nella difesa quest'anno, con il PCP che afferma che questa spesa servirà alla guerra e alla corsa agli armamenti, "deviando risorse che dovrebbero essere mobilitate per rispondere ai problemi del popolo portoghese".
“Ancora una volta, ciò che è presente non è la valorizzazione dei diritti, delle carriere e delle condizioni dei militari e l’investimento necessario nelle Forze Armate portoghesi per adempiere alle loro missioni costituzionali, ma piuttosto la totale sottomissione alla NATO, all’Unione Europea e agli Stati Uniti e alla loro politica guerrafondaia”, critica il partito.
I comunisti concludono il testo della mozione accusando il Governo di seguire una “politica antidemocratica, di aggravare lo sfruttamento, le ingiustizie e le disuguaglianze, di regresso che merita di essere respinto”.
Mercoledì mattina, nel secondo giorno di dibattito parlamentare sul programma del Governo, si voterà una mozione per respingere il PCP, ma l'iniziativa dei comunisti è destinata a fallire, poiché, oltre al PSD e al CDS, non avrà l'appoggio di Chega e del PS.
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